ChatGPT torna in Italia. Ecco cosa ha fatto il Garante della Privacy.

Oh, guarda chi è tornato! ChatGPT, il nostro eroe, è riaperto in Italia dopo essersi preso una pausa ben meritata per “motivi precauzionali”. Sì, perché quando ricevi alcune contestazioni dal Garante della Privacy italiano, la cosa migliore da fare è tirarsi fuori per un po’ e prendere tempo. Ma alla fine hanno raggiunto un accordo, oh sì! Hanno fatto pace come due vecchi amici che si sgridano e poi si scambiano un sorriso complice. Che teneri!

E sai qual è stata la soluzione brillante che hanno trovato per soddisfare le richieste del Garante? Basta solo confermare di avere almeno 13 anni durante la registrazione e l’accesso e accettare termini e condizioni che nessuno leggerà mai. Fantastico! Davvero, con una mossa così geniale, il Garante della Privacy italiana si è assicurato che tutto sia a prova di bomba, in linea con tutte le norme e i regolamenti. Applausi a loro!

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Mi chiedo solo, che cosa ci sarebbe di così complicato rispetto ai vecchi banner in cui un ragazzino di 12 anni può semplicemente dichiarare di avere 18 anni per accedere a un sito porno? Questo è il livello di lavoro che hanno fatto? Bravissimi!

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E poi, voglio proprio sapere con quale autorità il Garante della Privacy italiano pensa che ChatGPT, che nemmeno ha un rappresentante EMEA, possa continuare a raccogliere dati europei. È veramente incredibile! Stiamo rasentando la follia, ragazzi! E le leggi sulla GDPR e l’esportazione dei dati sono ridicole di per sé, ma quando si inizia su una certa strada, il Garante deve far rispettare le leggi europee che vietano l’esportazione dei dati verso paesi extraeuropei che non sono “compliant”. E, beh, gli Stati Uniti non lo sono.

Ma davvero il Garante della Privacy italiano si fida solo sulla parola? Come fa ad essere sicuro che i dati raccolti dagli utenti non finiscano in mano alle agenzie governative statunitensi? Oh, ma certo, si fidano ciecamente! È chiaro come il sole!

Ma cerchiamo di essere seri un attimo, sì? Questo è il grande lavoro del Garante della Privacy italiano? E voglio chiarire una cosa, non mi importa proprio nulla di questa storia, perché già trovo ridicolo il fatto che l’Italia, la nostra cara colonia statunitense dal 1945, debba vietare l’esportazione dei dati verso un paese da cui dipendiamo in modo diretto. Ma trovo anche molto rispettoso che, mentre siamo impegnati a giocare agli indipendenti e alle nazioni sovrane, permettiamo un tale disastro, ignorando l’Europa e i bisogni degli italiani. Davvero, complimenti a tutti!

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