I coglionazzi improvvisati che vi vendono consulenze: marketing, branding e le trappole del web

Navigando nelle acque torbide del mondo online, chiunque può imbattersi in un orizzonte affollato di professionisti “improvvisati”. Si definiscono esperti di marketing, guru del branding e del posizionamento o sviluppatori di siti web, e spesso sfoggiano una scarsa conoscenza delle materie di cui parlano. Sotto un velo di belle parole e promesse allettanti, si nascondono prodotti e servizi di dubbia qualità, e in alcuni casi, potenzialmente dannosi.

Riportiamo l’esempio di una certa agenzia di Modena, costituita da ragazzi molto giovani che si autoproclamano maestri del branding. La facciata è lucida, le promesse allettanti, eppure, se scavate un po’ più in profondità, le crepe iniziano a mostrarsi. Ricercando il loro marchio e quello dei loro clienti principali sul database EUIPO tramite l’utility TMView, si scopre che né il loro marchio né quello dei loro clienti è stato registrato e depositato a livello europeo.

Ma cosa sono EUIPO e TMView? L’EUIPO, o Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, è un’agenzia dell’Unione europea che gestisce i marchi registrati a livello comunitario. TMView, invece, è un motore di ricerca gratuito che fornisce accesso a informazioni riguardanti i marchi registrati in molti paesi del mondo, tra cui l’Europa.

La registrazione di un marchio non è un dettaglio insignificante, né una scelta di bassa priorità per chiunque si proclami esperto di branding. Il marchio registrato e depositato è un baluardo di protezione legale contro l’usurpazione e l’uso indebito. Non avere un marchio registrato può portare a conseguenze nefaste, dalla perdita di diritti esclusivi sull’uso del nome, fino a potenziali cause legali che possono nascere da un utilizzo improprio da parte di terzi.

Considerando che il costo per registrare un marchio per un periodo di dieci anni è di circa 800 euro, ossia meno di 80 euro all’anno, la scelta di non farlo svela una mancanza di consapevolezza piuttosto inquietante. Se un’agenzia non ha nemmeno preso la briga di proteggere il proprio nome e quelli dei suoi clienti, cosa ci dice sulla sua comprensione dei principi fondamentali del branding?

Parlando di branding e marchi, usano paroloni pomposi e termini tecnici, ma la realtà è che non hanno la minima idea di come creare e gestire un marchio nel rispetto dei requisiti legali. In molti casi, si tratta di giovanissimi sbarbatelli che maneggiano un paio di strumenti come Photoshop o Illustrator, e si cimentano nella creazione di loghi spesso poco originali e talvolta palesemente copiati.

State attenti a questi fuffaroli. La serietà di un’agenzia web o uno studio grafico può essere valutata, tra le altre cose, dalla cura che dedica al proprio marchio.

Se scoprite che non hanno nemmeno registrato e depositato il loro marchio, pur dichiarandosi esperti di branding, non camminate, ma correte nella direzione opposta. Stanno semplicemente mascherando la loro inesperienza con termini altisonanti, senza avere un’effettiva competenza nelle aree di cui parlano. Ricordate, le promesse vuote e le parole senza sostanza possono suonare allettanti, ma non sostituiranno mai l’esperienza, la conoscenza e la competenza autentica.

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