Quando c’era LVI. Perchè il fascismo e l’olio di ricino è l’unica cura per certi individui.

Oggi sono ritornato a casa per sistemare un po’ di cose, fare l’autolettura di un contatore di metano fermo da mesi, nonchè staccare dall’impianto elettrico un frigorifero vuoto acceso che consuma ormai inutilmente costosissima energia elettrica.

Mentre stavo per uscire, mi cade l’occhio su un foglio di carta leggermente ingiallito come se fosse carta riciclata, in cui leggo l’intestazione TRIBUNALE DI MACERATA.

Afferro il foglio, leggo meglio, è una comunicazione vecchia del Tribunale di Macerata che archiviava la posizione di un certo Don Alì, un marocchino che a fine Agosto 2020 ebbe la brillante idea di fermare la mia auto in movimento e saltarci sopra.

L’auto, una NISSAN Qashqai del 2018 (con appena 2 anni di vita) riportò una bozza sul cofano, nonchè un avvallamento sul tettino. Un danno seppur lieve, comunque non riparabile.

La storia per chi non la conosce è quella che potete trovare all’articolo sul Corriere Adriatico intitolato : “Giovane ferma un’auto in corsa dopo la sfida alcolica, ci sale sopra e mette il video sul web“.

Don Ali Auto in Corsa

Riportando l’articolo del Corriere Adriatico prima segnalato :

Prima si scola due bicchieri di Sambuca in una sfida etilica con un amico. E poi, in mutande, blocca un’auto in transito sul lungomare centro, sale sul cofano e sul tettino della vettura e scende. Una scena in diretta sui social, con tanto di invito ai suoi follower: “restate connessi”. «C’è questo personaggio, questo youtuber, che dice di essere arrivato da Torino a Civitanova, che va facendo atti del genere in giro per l’Italia a caccia di like e di follower. Se questo è internet, meglio veramente chiudere tutto», è il commento del civitanovese Marco Marcoaldi, l’automobilista che si è trovato di fronte il giovane in mutande.
 
Era in macchina con la bimba di 4 anni ed è sceso per chiedere spiegazioni. L’episodio, immortalato sui social, il cui video è stato diffuso anche dallo stesso Marcoaldi, è avvenuto nella notte tra sabato e domenica, sul lungomare centro. Un video di pochi minuti nel quale si vede un gruppetto di giovani, tra cui questo ragazzo che si fa chiamare “Alì”, che si lanciano una sfida a chi beve più veloce e poi ingurgitano in pochi secondi una serie di bicchierini di superalcolici, uno dietro l’altro. Poi lui ed un suo amico restano in mutande e camminano sulla pista ciclabile del lungomare centro, sotto gli occhi sconcertati dei passanti.

Ero in macchina con mia figlia, di 4 anni e mezzo – ha raccontato Marco Marcoaldi – Era circa mezzanotte ed un quarto, mezzanotte e venti, quando poco prima della rotatoria di fronte a Galliano e Batik vedo questo personaggio in mezzo alla strada che fa cenno di fermare la macchina. Tempo pochi secondi e questo sale prima sul cofano poi sul tettino. Poi continua a camminare con passo spedito. Io sono sceso, l’ho raggiunto e gli ho chiesto spiegazioni, chiedendogli cosa diavolo stesse facendo. Oltre, ovviamente, a chiedergli il nome, visto che mi ha fatto dei danni alla macchina. La luce posteriore non funziona più a causa della botta. Questo, però, non mi ha risposto e mi si è messo davanti con aria di sfida. Io avevo mia figlia in macchina, si era agitata e piangeva per quello che era successo. L’ho tranquillizzata ma sono deciso ad andare fino in fondo e nel pomeriggio (ieri pomeriggio per chi legge, ndr) andrò a sporgere denuncia ai carabinieri, segnalando quello che è successo.

È un personaggio che ne ha fatto uno stile di vita – prosegue l’uomo -, e questo lo si vede chiaramente dai suoi canali social, dal profilo Instagram dove ha migliaia di follower. Se questo è internet, veramente è meglio chiudere tutto. Ho promesso 200 euro a chi mi aiutava ad identificarlo.

Il video postato da Marcoaldi, che altro non è che lo stesso girato dagli amici dell’individuo che erano insieme a lui, ha fatto il giro del web, suscitando reazioni comprensibilmente indignate. Tutto questo per i famigerati like.

La foto sopra allegata, (che è la stessa che trovate nell’articolo appena riportato) per quanto possa essere eloquente, non rende giustizia al fatto avvenuto ne alle dinamiche di questo soggetto di cui approfondiremo le gesta successivamente.

A tal proposito ho recuperato il video che questo coglione ha pubblicato sul Instagram e che avrebbe dovuto essere la base della mia denuncia presentata alla caserma della Polizia di Stato di Civitanova Marche.

Al di la della sua presentazione pubblica in cui si spaccia per Funzionario di Governo e dice “La mia testa ha qualcosa che non funziona”, non ci vuole molto per capire che quello che ha fatto, ha causato danni economicamente ingenti e questo dovrebbe essere punito dalla legge come REATO PENALE.

In primis perchè hai spaventato mia figlia che a 4 anni si è visto un coglione piombare in mezzo alla strada e saltare sopra l’auto.

Avrei dovuto investirti e fare marcia indietro per accertarmi che fossi morto, invece ahimè mi sono civilmente fermato per fare modo a te, incivile pezzo di merda di danneggiarmi l’auto.

Secondariamente perchè hai creato danni economicamente ingenti. Vallo a cambiare un cofano ed un tettino su una NISSAN Qashqai e mi fai sapere se bastano 10 mila euro tra ricambi e manodopera.

Terzo motivo e non ultimo, perchè stai cercando di compromettere un comune cittadino, che 10 anni fa avrebbe semplicemente aperto il portabagagli e a scelta tra motosega o mazza ti avrebbe ammazzato direttamente li sul posto, perchè in quel momento, in quell’occasione, con quella strafottenza la morte era l’unica cosa che ti stavi meritando.

Oltretutto con mia figlia in auto, non ho potuto fare più di 15 metri in modo civile per chiederti le generalità, cosa che da bravo PEZZENTE ti sei ben guardato dal darmi.

Fai vedere di essere ubriaco, ma la furbizia nel cercare di nasconderti evitando di rispondere dei tuoi gesti dimostra che tutto questo ubriaco non fossi, anzi a mio avviso era solo ed esclusivamente un teatrino.

Ho messo pertanto una taglia da 200 euro a chi mi comunicasse le tue generalità e la tua identità, nonchè altre 300 a chi ti avesse pestato nei giorni a seguire, cosa che è avvenuta puntualmente a distanza di qualche giorno, in un noto pub del lungomare nord.

Al di la di questo ho anche pensato di ricorrere alle autorità e sporgere formale denuncia in quanto, come facilmente intuibile, quello che era appena successo meritava di essere punito dalla legge ai sensi dell’Art. 635 del Codice Penale, che testualmente recita :

Art635. Danneggiamento. Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza alla persona o con minaccia ovvero in occasione

Ma per la legge, il legislatore, quello che ha fatto secondo la legge non è reato. O almeno questo è quello che mi comunicò la Procura della Repubblica di Macerata con questo documento che voglio allegarvi qui di seguito, avendo di fatto dell’incredibile.

Io adesso non sono un magistrato, ne sono un avvocato, ma sarei curioso di comprendere COME possa essere un danneggiamento per circa 10 mila euro possa essere liquidato come il “danneggiamento di una luce interna”.

Certo, è stato comunicato che tra i vari danni e avvallamenti sul cofano e sul tettino c’è stato anche il “danneggiamento” della luce interna che ho rinfilato senza alcun problema e pertanto non si possa considerare un vero danno, ma trovo assurdo che io debba procedere in sede civilistica ed a mie spese per mettere sotto processo un nullatenente morto di fame come questo signore.

Credo invece con fermezza e convinzione che episodi di questo tipo, non tutelati dalla magistratura metta in condizione di creare cittadini sfiduciati nelle istituzioni e nella magistratura. Spendere cifre folli in tasse per vedersi esser presi a pesci in faccia da parte di qualche magistrato e qualche legislatore che “vivono sulla Luna”, legittima poi la proliferazione di gente che nella migliore delle ipotesi decide di farsi giustizia da soli, in altri casi di mettere una “taglia”, o creare veri e propri casi oltre ogni limite del buon senso e dell’umana comprensione come Luca Traini, protagonista di una tentata strage ai danni di soggetti di colore.

Stranamente in 41 anni, non mi è mai capitato che qualcuno mi saltasse sull’auto o mi danneggiasse l’auto con la volontà di farlo, e se oggi specifichi che (guarda un po’) l’unico caso è avvenuto per causa di un NEGRO che ha deciso di fare visualizzazioni e guadagni pubblicitari saltandoti sopra l’auto, vieni subito accusato di razzismo, e di fascismo.

E allora amiamo il nostro peccato, così saremo liberi, come citava quel gran genio di Jim Morrison.

Sono certo che per personaggi del genere, animali sotto tutti i punti di vista, servirebbe del sano FASCISMO, ed un uso spropositato di manganelli e tanto tanto tanto olio di ricino.

Non debbono essere espulsi dall’Italia, debbono essere messi nella condizione di implorare in ginocchio di potersene andare dall’Italia che per loro deve essere il peggiore dei posti possibili a suon di randellate e privazione della libertà.

Libertà, parola di una certa caratura, che ben dista dalle vedute di questi Zulù che hanno ben capito che in Italia puoi fare il cazzo che ti pare restando impunito.

Non è una bravata, ma parliamo di un delinquente seriale.

Qualche minorato mentale ha pensato di liquidare il tutto con la solita frase di circostanza “ehhhhh, vabbè ma sò ragazzi, è una bravata“.

In primis sei ragazzo, a 13, 14, 15 anni … non superata la maggiore età. Secondariamente, vorrei vedere se capitasse a voi una situazione del genere, con un danno del genere se non lo scannate come un coniglio seduta stante, tanta è la rabbia e l’astio nei confronti di questo coglione.

Terzo ma non in ordine di importanza, una bravata può essere una volta nella vita, due, e non continuamente, ogni giorno a ritmi forsennati.

Avete idea di quanti casini ha combinato questo coglione sul suolo italiano ? Ecco una breve carrellata di roba che ha fatto.

Basta guardare questo Collage video, andato in onda addirittura su reti di rilevanza nazionale come “Dritto e Rovescio” su Rete4 con Paolo Del Debbio, per capire a che razza di coglione ci troviamo di fronte.

E l’Italia che fa ? Guarda, sta a guardare e somatizza con la magistratura leggera, ed il legislatore che tratta con i guanti certi ESCREMENTI che dovrebbero essere usati per concimare i campi.

Di una cosa però sono certo, quando c’era LVI queste cose non succedevano, e sebbene non abbia mai abbracciato ne condiviso le idee fasciste in merito all’utilizzo della violenza per arginare questi fenomeni, sono episodi come questi, vedere escrementi del genere consumare il mio stesso ossigeno impunemente che mi hanno messo nella condizione non solo di rivalutare alcune ideologie di stampo fascista che fino a pochi anni fa trovavo orripilanti, ma come per certi “individui”, l’uso della repressione e della punizione corporale possa essere l’unica possibile probabile soluzione a tutela del loro bene.

Perchè prima o poi trova quello sbagliato, che non si limita a mettere una taglia, ma pretenderà la sua testa su un vassoio d’argento. E quel giorno farò festa.

 

 

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