Stupido è chi lo stupido fa.

Ecco il mio sfogo quotidiano. Un toccasana per l’anima, dicono. Sono qui, di nuovo, io, il mago dei sistemi ad alte prestazioni, il Van Gogh dell’hosting, lo Jedi della velocità dei siti web. Dal 2005, cari miei, dal 2005! Eppure, vi giuro, sembra che stia ancora cercando di convincere la gente che la Terra è rotonda.

Presento numeri, fatti, analisi tecniche – tutto il mio arsenale di dati incontrovertibili. “Ecco“, dico, “questo è il vostro sito che impiega un’era geologica per caricare una singola pagina. Ed ecco lo stesso sito, dopo il mio intervento, che scorre veloce come Usain Bolt dopo un doppio espresso“. Eppure, sembra che la mia dimostrazione sia equivalente a un trucco di magia da baraccone per loro.

E non è solo diffidenza. È come se stessi cercando di vendere un elisir di lunga vita a un consiglio di vampiri. Offro una soluzione win-win, dove l’unico vero vincitore è l’attività online del cliente. Più velocità, più clienti, più vendite, più fatturato, più utile e margine, più budget per reinvestire e scalare … eppure, niente.

Ci sono degli imbecilli che proprio non ne vogliono sapere e preferiscono avere siti mediocri piuttosto che darti la soddisfazione di avergli venduto qualcosa. Si, perchè la gente di fatto non vuole che tu gli venda qualcosa, sono loro che vogliono comprare.

È frustrante vedere come la gente cada preda di slogan banali e pubblicità ingannevoli. “Acquista la nostra soluzione per il tuo sito web, funziona come un sogno!” Sì, un incubo forse. Ma le promesse vengono fatte e infrante come piatti in un matrimonio greco.

E, ah, il colpo di grazia! Ho nel mio portfolio le aziende più prestigiose d’Italia. Ho lavorato per brand come Disney e Marvel – avete presente quei piccoli sconosciuti? Eppure, i proprietari di negozi di calzature locali, quelli che investono in campagne online come se stessero comprando le patatine al supermercato, non riescono a capire una cosa semplice come l’ABC. Un sito che si apre in un secondo vende più di un sito che fa la siesta tra una pagina e l’altra.

È paradossale, no?

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