Ma se invece di parlare di Benedetta Rossi e di Gourmet parliamo di quanto costa mangiare sano?

Italia, mia cara, bella e tormentata Italia. Quanto mi diverti con le tue incongruenze, con i tuoi controsensi di cui ti riempi la bocca, mentre il popolo si riempie lo stomaco con quello che può. Scusate, forse sono troppo drammatico, ma ci vuole un po’ di pathos, no? Ci vuole un po’ di sano sarcasmo per digerire l’ipocrisia che ci viene propinata quotidianamente a ritmi cadenzati che ti verrebbe veramente voglia di imbracciare un fucile e dirigersi dritti dritti in senato e in parlamento.

Così, mentre noi comuni mortali ci dibattiamo tra la spesa al discount e il bio a prezzi da gioielleria, l’Italia intera impazzisce per Benedetta Rossi e le sue ricette low cost. Sì, avete capito bene, il mondo si divide tra il pro-Benedetta e l’anti-Benedetta, tra il gourmet e l’economico, come se fossimo su un ring pronto per il match del secolo.

Roba da togliervi il diritto di voto ed interdirvi a vita.

Ma io mi domando, e vi domando, ma non abbiamo altre preoccupazioni? Non c’è forse un problema ben più grande di cui discutere? Come, ad esempio, il fatto che in questo nostro amato paese, la possibilità di mangiare sano sia diventata un lusso, un optional, un extra, come la Ferrari nel garage.

Ecco, mi viene da dire, io non voglio la Ferrari. Non ho bisogno di un bolide per andare al lavoro, per portare i bambini a scuola. Mi basta e avanza una Panda, una Punto, una qualsiasi utilitaria che mi permetta di spostarmi senza dover vendere un rene ed il lusso della Ferrari rimane un lusso. Costosa, tassata e tartassata con superbolli, perchè comunque la Ferrari è un lusso e senza Ferrari si vive lo stesso.

Non me l’ha certamente ordinata il medico la Ferrari. Di mangiare sano invece si.

Il Ministero della Salute ad esempio, questa grande istituzione che come un orologio svizzero, a intervalli regolari, riempie le nostre vite con i suoi moniti sulla prevenzione a tavola.

Pagine e pagine di quotidiani, traboccanti di articoli sulla dieta mediterranea, sulle virtù dei cibi biologici, sui pericoli dei cibi spazzatura. È come se il Ministero della Salute avesse scoperto la polvere da sparo: “Mangiate sano, fate esercizio, evitate lo stress!” Ma davvero? E io che pensavo fosse sufficiente mangiare patatine fritte davanti alla televisione tutto il giorno.

Ma la verità è che tutti questi consigli, tutti questi spot, tutti questi articoli, sono solo parole al vento. Buoni propositi che, come le promesse elettorali, rimangono lettere morte. Perché la realtà è che mangiare sano in Italia è diventato un lusso, uno status symbol, una medaglia da esibire, non un diritto di tutti.

Sì, perché in Italia, la triste verità è questa: prima paghi le tasse e poi con quello che rimane mangi. E se quello che rimane non basta per comprare cibi sani, salubri e nutrienti? Beh, ti arrangi, come si dice. Ti arrangi a mangiare la verdura piena di pesticidi, la carne proveniente da allevamenti intensivi, i prodotti non biologici e potenzialmente nocivi. Una sorta di roulette russa alimentare.

E mentre Benedetta Rossi viene accusata di usare ingredienti economici e il mondo gourmet si scandalizza, io mi chiedo: ma non dovremmo forse parlare di quanto costa mangiare sano? Dovremmo forse parlare di quanto sia difficile fare la scelta migliore per noi e le nostre famiglie quando il prezzo dei prodotti biologici è più alto di una bolletta della luce?

Se avete mai provato a fare la spesa in un negozio bio come NaturaSi, saprete di cosa parlo. Quasi ci vorrebbe un mutuo per riuscire a comprare frutta, verdura e carne di qualità. E no, non è solo NaturaSi ad essere costoso, provate ad andare in un qualsiasi punto macrobiotico e vedere quanto costa mezzo chilo di pasta bio. Cinque euro, signore e signori. Cinque euro per un piatto di pasta.

Siamo davvero arrivati a questo punto? Dobbiamo davvero scegliere tra le tasse e il cibo? Dobbiamo davvero pensare che mangiare sano sia un lusso e non un diritto? Siamo davvero costretti a rinunciare alla salute per poter arrivare a fine mese?

Ma poi, lasciatemi capire, perché dobbiamo pagare un fottio di tasse e poi sacrificare la nostra alimentazione? Perché dobbiamo rinunciare alla possibilità di fare la migliore scelta sul mercato? E perché, per l’amor del cielo, nessuno parla di questo? Perché i politici, gli enti, il ministro della salute, sono tutti intenti a discutere di Benedetta Rossi e della sua cucina economica, anziché affrontare il problema reale di cibo sano in corpo sano ?

Matteo-Salvini-Benedetta-Rossi

Forse è perché non fa audience, forse è perché non fa scalpore, forse è perché non è sexy come il gourmet o scandaloso come gli ingredienti economici. Ma io dico, è ora di cambiare. È ora di smettere di parlare di futilità e iniziare a parlare di ciò che conta davvero.

La salute, l’educazione alimentare, la prevenzione, la dieta mediterranea, questi dovrebbero essere i temi sul tavolo, non i battibecchi tra Benedetta Rossi e gli estremisti del gourmet. Dovremmo parlare di come fare in modo che mangiare sano sia alla portata di tutti, non solo di chi può permettersi di spendere cinque euro per mezzo chilo di pasta bio.

E dovremmo parlare anche di come incentivare la produzione di cibo di qualità, di come sostenere gli agricoltori che coltivano senza pesticidi, gli allevatori che rispettano gli animali, i produttori che fanno le cose come si deve. Perché loro sono i veri eroi di questa storia, non quelli che fanno ricette su YouTube o quelli che si atteggiano a chef di stocazzo.

Se vogliamo essere un paese sano, forte e vitale, dobbiamo iniziare a mangiare sano, a mangiare bene, a mangiare giusto. E questo, amici miei, non è un lusso, è la base. Un diritto che io pretendo.

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